Tomba di Cocalo (Grotta Muxaro)
È meglio conosciuta localmente come Grotta (delle) Ciavule per via della cospicua colonia di taccole (ciaule in siciliano) che ne frequentano l’antro. Si tratta di un complesso carsico avente una lunghezza complessiva di circa 1.200 m
La grotta si articola in due rami: uno è attivo e si raggiunge discendendo in verticale, per un tratto di circa 10 m, attraverso un’area caratterizzata da grossi blocchi di roccia gessosa staccatisi dalla volta dell’ampio antro d’ingresso. Il secondo è inattivo e costituisce la parte maggiormente conosciuta del sito tutelato; vi si accede attraverso un percorso sub-pianeggiante attraverso l’ampio antro, illuminato da una grande apertura, formatasi per il crollo della volta.
Lungo il percorso, oltre ad ammirare splendide cristallizzazioni gessose e suggestive fogge meandriformi, s’incontrano interessanti camini di apporto e piccole sale di crollo. La cavità termina con un laghetto.
In superficie, immediatamente ad occidente dell’ingresso principale della grotta, è l’inghiottitoio Infantino, che contribuisce ad alimentare il sistema ipogeo.
Le pareti umide della grotta sono ricoperte stagionalmente di alghe, epatiche e muschi.
L’antro è frequentato da una colonia numerosa di taccole (Corvus monedula) e da piccioni.
Nella sala di crollo del ramo fossile, si rifugiano nei mesi invernali numerosi chirotteri. Nei pressi della ‘risorgenza’ della grotta e lungo il Vallone del Ponte, è invece ancora possibile incontrare il granchio di fiume, una specie un tempo molto comune nei fiumi siciliani, oggi minacciata dall’inquinamento.