Monte Altesina (Riserva Naturalistica)

Nell’area sono state rinvenute tombe dell’età del bronzo e del ferro (foto), frammenti di ceramica sicula e greca e varie tracce della presenza umana databili fino al periodo tardo-normanno.
Sono presenti boschi di roverella, lecci (un sempreverde che può raggiungere i 25 metri di altezza), pino ed eucalipto.
La riserva ospita numerosi mammiferi, fra cui la volpe, il gatto selvatico, il topo quercino, il cinghiale, l’ultimo arrivato daino ed altri.
Alcuni rapaci sono tornati a nidificare da queste parti. Lo sparviere, in particolare, nidifica sui rami più alti degli alberi o, a volte, anche in mezzo ai cespugli.
Di notte si possono ascoltare i richiami del barbagianni, della civetta e dell’allocco.
Nei boschi va segnalata anche la presenza della Ghiandaia (foto)
Il Monte Altesina, la cui cima permette un’osservazione a trecentosessanta gradi, è stato popolato, fin dall’antichità, da popolazioni indigene prima e greche poi, di cui rimangono diverse testimonianze e successivamente, a partire dal medioevo, vi si stabilirono diversi eremiti che eressero un convento accanto alla chiesa di Santa Maria di Lartesina di cui oggi restano solo dei ruderi.
In cima, tra uno splendido lecceto, una misteriosa grotta con all’esterno un’indecifrata iscrizione in siculo (foto 4, circa 800 a.C.)
La sua sommità servì soprattutto per il controllo delle vie di penetrazione, ma fu anche rifugio delle popolazioni locali durante le incursioni degli invasori.