Mozia e Marsala
Su piazza della Vittoria è una lussuosa abitazione di epoca romana, con bellissima pavimentazione a mosaico e terme. Sono ben visibili il frigidarium ( impianto con acqua fredda) e il calidarium (sezione con l’acqua calda).
Di grande fascino è la Nave Punica, nel museo Baglio Anselmi, che la dice lunga sulle battaglie qui combattute. E forse il relitto affondò durante la battaglia delle Egadi che, nel 241 a.C, pose fine alla Prima Guerra Punica. La nave è stata ricostruita all’interno del museo: sono ben visibili la fiancata di babordo e la parte di poppa. Insieme alla nave, è stato recuperato anche parte del carico.Di fronte Marsala è l’isolotto di Mozia baluardo punico sin dal XII sec. a.C.
Fu il primo emporium di questo popolo di mercanti che veniva dall’Asia.
Splendidi i ruderi di Mozia che oggi si possono osservare nel piccolissimo isolotto al quale si giunge con un battello che parte dalla limitrofa Marsala. Una volta giunti si respira aria del passato.
Si passeggia nell’isolotto, porto fenicio di grandissima importanza nell’antichità, sommersi dai ritrovamenti archeologici.
Si vedono: le fortificazioni, lunghe circa 2,5 km (ricostruzione in foto 1) e che racchiudono tutta l’isola (soprattutto a sud-est e nord); la Porta nord di ingresso alla città che immette in strade a volte pavimentate con blocchi di calcare in cui sono ancora visibili i solchi dei carri; edifici vari appartenenti a diversi secoli; il cosiddetto Santuario del Cappiddazzu, a ridosso della Porta Nord, del VII secolo a.C. dove si svolgevano sacrifici (sono state rinvenute al suo interno diverse ossa di animali); la necropoli arcaica sulla costa settentrionale contombe costituite da piccole fosse scavate nella roccia o nella terra che contengono il cinerario (recipiente dove venivano posti resti combusti del defunto) e ai lati gli oggetti del corredo funerario.
Ma certamente il rudere più significativo è il tofet (60 m circa di lunghezza, foto) che si trova sulla costa settentrionale, nello spazio tra il mare e le mura. Qua venivano sacrificati i bambini al dio Moloch. Questa usanza macabra fu abolita per merito dei greci cha la imposero come condizione di resa dopo aver sconfitto i Cartaginesi nella battaglia di Himera (480 a.C.).
Al centro dell’isola era l’abitato vero e proprio, con strade ortogonali.
Nella parte sud-orientale è la cosiddetta Casa dei Mosaici con peristilio e pavimento a scacchiera di cocciopesto.
Di particolare interesse è anche il kothon, una piscina sacra alimentata da una sorgente di acqua dolce