Antiquarium di San Giuseppe Jato
L’antiquarium, un edificio risalente alla fine dell’800, espone alcuni dei più prestigiosi e rappresentativi reperti provenienti dagli scavi di monte Jato, fra cui quattro statue, due cariatidi e due satiri, provenienti dalla facciata del teatro.
Le statue, calcaree, sono alte oltre due metri e dovrebbero essere del V secolo a.C.
Con le braccia alzate sostenevano un carico oggi mancante.
Le cariatidi (statue di sostegno, a mò di colonna, femminili) hanno il capo circondato da una corona d’edera: sono dunque menadi che accompagnano Dioniso, il dio del teatro.
Le figure maschili sono invece satiri, con il petto cinto di una ghirlanda. Appartenenti anch’essi al culto di Dionisio, vestono una gonnella di pelo, il costume degli attori. Entrambe queste statue fungevano da sostegno architettonico, tipico qua in Sicilia.
Forse l’esempio più eclatante è rappresentato dai famosi telamoni (il corrispettivo maschile della cariatide) del tempio di Zeus ad Agrigento.
In fondo alla sala si vede, ricostruita, parte del tetto dell’edificio scenico del teatro. Ne fanno prova i tegoloni lunghi quasi un metro e molto pesanti, che recano l’inequivocabile indicazione: “TEATPOY, applicata in posizione centrale. Tutti gli edifici pubblici della città greca Iaitas, e cioè il tempio di Afrodite, l’edificio scenico, i portici dell’Agorà, erano coperti di tegole, bollate prima della cottura, in modo da scoraggiare il furto di beni pubblici per scopi privati.
Ma sono tantissimi altri gli oggetti che arricchiscono questo bel museo archeologico.
Segnaliamo: alcuni reperti provenienti da una casa a peristilio, come un calice di terra sigillata, un coltello da macellaio, un bellissimo manico di bronzo decorato a testa di satiro; una serie di lucerne provenienti dal deposito votivo davanti al tempio di Afrodite; ceramica indigena incisa e dipinta, ceramica greca a vernice nera e romana (sigillata aretina ed africana); ceramica medievale invetriata a base di piombo …