Oasi del Simeto
La riserva è collocata nella piana di Catania, lungo la foce del fiume Simeto, il più lungo fiume siciliano per portata e bacino idrografico.
Esso nasce nella catena dei monti Nebrodi e sfocia nel mar Ionio, a sud della cittadina etnea.
E’ certamente un felice regno per i volatili, sia stanziali ma anche migratori, che in questa area di sosta fanno avanti e indietro per l’Africa ed il nord Europa.
L’area è caratterizzata da dune sabbiose e canneti, tipici delle zone paludose.
La foce del Simeto è nota anche per l’ambra, una resina fossile conosciuta fin dalla preistoria, che si può raccogliere soprattutto dopo una mareggiata e che spesso ha un fossile intrappolato.
Attualmente l’Oasi del Simeto comprende la nuova e la vecchia foce del Simeto insieme a ciò che resta dell’antica area palustre, ossia il lago Gurnazza e il lago Gornalunga (formato dall’omonimo affluente del Simeto).
Nella riserva si alternano una grande varietà di ambienti, quello costiero con il litorale sabbioso, la fascia dunale e quella retrodunale e l’ambiente palustre.
La flora è costituita da canneti, giunchi da stuoia, tamerici, giunchi pungenti e salici, giglio delle spiagge, fiordalisi …
Sulla riva destra del Simeto crescono pini e eucalipti che giungono fino al lago Gornalunga.
Lasciato l’ingresso un lungo sentiero si snoda accanto al corso d’acqua.
La fauna è frequentata durante l’anno da oltre 180 specie di uccelli migratori, fra cui il cavaliere d’Italia (foto), l’airone cinerino, la garzetta, l’oca selvatica, il cormorano, e tanti altri.
Molte anche le specie che qua hanno fatto fissa dimora come la folaga e la gallinella d’acqua.
Passeggiando a ridosso del fiume possono incontrarsi volpi, conigli, tartarughe palustri …
In acqua, cefali e pesci d’acqua dolce nuotano indisturbati.