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Museo Archeologico Regionale Eoliano Luigi Bernabo' Brea

Museo Archeologico Regionale Eoliano Luigi Bernabo' Brea

Museo Archeologico Regionale Eoliano Luigi Bernabo' Brea

Museo Archeologico Regionale Eoliano Luigi Bernabo’ Brea
Museo Archeologico Regionale Eoliano Luigi Bernabo’ Brea
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Tra i più bei musei del mondo, è ospitato sulla rocca storica di Lipari nota come “il Castello”: un imponente roccia di lava che si protende nel mare innalzandosi fino ad un’altezza di circa cinquanta metri con ripide ed inaccessibili pareti.
Salendo attraverso le cinquecentesche fortificazioni castellane si giunge in cima a questa rocca dove ancora sono visibili tracce di un villaggio di capanne di 6000 anni addietro.
Le testimonianze degli insediamenti di ogni età si sono sovrapposte man mano a quelle dei periodi precedenti creando un notevole innalzamento del terreno.
A tal proposito vale la pena ricordare il bothros di Eolo datato all’età della fondazione greca di Lipari nel 580 a.C. e i resti dell’impianto urbano del II secolo a.C.
Il mare fa da quinta in questo contesto di eccezionale bellezza.
Questo fenomenale museo risulta costituito da cinque padiglioni: la sezione di archeologia preistorica, la sezione delle isole minori, la sezione di archeologia classica, il padiglione epigrafico, la sezione di vulcanologia e la sezione di biogeografia.
La Sezione di Archeologia preistorica, che ha sede nell’antico palazzo vescovile del XVIII secolo, mostra l’evoluzione delle diverse culture succedutesi nelle isole Eolie dall’età neolitica (fine V millennio, quando genti provenienti dalla Sicilia si insediarono a Lipari per sfruttare la colata lavica di ossidiana presente sull’isola ed esportarla in tutta l’area del Mediterraneo occidentale)alla tarda età del bronzo.
L’ossidiana, di cui Lipari divenne la regina della produzione, fu un elemento importante tanto quanto il fuoco, data la sua straordinaria durezza ed efficacia.
Nel padiglione di Archeologia preistorica delle isole minori, sono conservati i reperti provenienti dalle altre isole eolianetra cui quelli degli importanti villaggi dell’età del Bronzo di Filicudi, Panarea e Salina, tuttora visitabili.
La Sezione di Archeologia classica ricostruisce il quadro storico culturale della città greca e romana, soprattutto attraverso la ricca documentazione proveniente dai corredi funerari della necropoli di contrada Diana che si estende nella piana omonima, alle pendici del Castello, fuori dalle mura di cinta. Gli scavi archeologici hanno restituito i corredi di circa 3000 tombe (datati tra il 580 a.C., quando Lipari viene fondata da coloni greci di Rodi e Cnido, e il 252 a.C., anno che segna la distruzione romana di Lipari durante la prima guerra punica): si tratta in gran parte di sarcofagi in pietra, in terracotta, e tombe del tipo “a cappuccina” di cui alcune segnate da un cippo o stele con epigrafe. La foto mostra una collana di 3000 anni fa !

 

Sono esposti crateri a figure rosse di pregiata fattura e in ottimo stato di conservazione e suppellettili varie che componevano i corredi.

 

Ma quello che rende unico il museo di Lipari è la stupefacente collezione dimaschere e statuette teatrali, del IV-III secolo a.C.

Si possono ammirare le maschere della tragedia e della commedia greca antica, statuette della commedia di mezzo e maschere della commedia nuova.
Per quanto riguarda l’età romana sono conservati i corredi funerari databili dal II secolo a.C. in poi, che denotano il diffondersi di una produzione vascolare di serie, e manufatti che testimoniano l’esistenza di un’officina per la produzione di anfore da trasporto.
Di grande valore è la collezione di età greca e romana, di monili, gioielli in oro e pietre preziose tra cui brillano anelli a semplice fascia o con castone, orecchini lavorati a sbalzo e a filigrana, spesso con perline in pasta vitrea, e corone funebri a foglie d’oro.
La collezione di monete è di grandissimo valore.
Siamo in un’isola nell’isola, ed il commercio marino la faceva da padrone a quei tempi come ben illustra la sala dedicata all’archeologia sottomarina: qua una ricca collezione di reperti provenienti da circa venti relitti di navi sorprese durante la navigazione da venti improvvisi, e affondate contro le scogliere o sulle numerose secche delle isole Eolie.

Al centro della sala, in una suggestiva composizione a piramide che ricorda la stiva della nave, sono ordinate le anfore di uno dei relitti più ricchi rinvenuti sui fondali delle isole (Filicudi).
Non mancano i documenti materiali di età bizantina, medievale e rinascimentale, in particolare quelli provenienti dagli scavi del chiostro normanno della cattedrale.

La Sezione di Vulcanologia è allestita all’interno di un edificio del XVI secolo, e da un esatto quadro dell’evoluzione geologica dell’arcipelago grazie soprattutto alla presenza di plastici, carte e fotografie e l’esposizione di campioni delle rocce vulcaniche locali
È in allestimento la Sezione dedicata alla Paleontologia del Quaternario, alla Biogeografia insulare generale ed alla Biogeografia eoliana.

 

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