Saline di Priolo
La riserva si trova a ridosso di un area industriale, comprende ciò che resta dell’antica salina di Magnisi o Biggemi.
Le saline di Priolo fanno parte del complesso di zone umide della costa sud-orientale della Sicilia, dalla foce del Simeto agli stagni di Capo Passero. Il principale interesse naturalistico della riserva è legato al suo ruolo come area di sosta, nidificazione e svernamento per un elevato numero di specie di uccelli. Vi sono state osservate circa 230 specie, di cui l’80% migratorie.
Le specie che frequentano l’area costituiscono il 40% di tutte le specie osservate in Italia e più della metà di quelle segnalate in Sicilia.
Il dato è notevole, se paragonato alla limitata estensione dell’area e alla localizzazione nel cuore dell’area industriale. La zona umida appare vitale per migliaia di uccelli migratori che ogni anno migrano lungo le coste della Sicilia orientale.
Fra queste specie più comuni si può citare l’airone cinerino, la garzetta, il cavaliere d’Italia, il fenicottero rosa, la morena tabaccata (foto) … Sono regolari e quotidiani gli spostamenti di uccelli fra le saline di Priolo e le vicine saline di Augusta.
Nella riserva sono segnalati anche alcuni mammiferi tra cui il riccio, il coniglio, la volpe …
Nelle acque della saline sono presenti anguille, gambusie e cefali.
Sui terreni sabbiosi è presente una boscaglia formata da acace e tamerici.
Della riserva fa parte anche la Guglia di Marcello, monumento funerario romano costruito tra il I sec a.C. ed il I sec d.C. e sorgeva lungo l’antica via Pompeia che collegava Siracusa a Messina. Struggente la sua vicinanza con la modernità (foto)