Un tempo ampie sugherete rivestivano le contrade interne della Sicilia, ed erano una parte non indifferente dell’economia locale.
La sughereta di Niscemi, come pure il bosco di Santo Pietro di Caltagirone, è una testimonianza di quel passato. Fin dal 1601 il bosco iniziò ad essere utilizzato per la produzione di legname.
La sughera è una quercia sempreverde molto simile al leccio. Questa pianta mediterranea riesce a crescere anche in presenza di un clima secco e arido arrivando fino ai 15 metri di altezza e con una longevità anche centenaria.
A tal proposito all’interno della sughereta, nell’area denominata Giardino Pisciotto, spicca la “Quercia Mosaica”: l’esemplare più imponente di quercia da sughero presente in questa zona della Sicilia la cui età è stimata in 400 anni.
Visitare la sughereta di Niscemi significa intraprendere un’esplorazione suggestiva in un bosco d’altri tempi: così dovevano essere i querceti degli ambienti caldi e secchi in Sicilia.
Le più maestose querce da sughero di questo bosco (forse le più grandi d’Italia) superano i cinque metri di circonferenza ed i quindici di altezza.
Dalla sua corteccia spessa e alquanto rugosa, secondo un antico processo, generalmente in periodo estivo, si ricava appunto il sughero, per uso industriale o domestico.
La flora è anche rappresentata da lecci, roverelle, lentisco, carrubo, olivastro, mirto, corbezzolo, fillirea e palma nana.
Nella sughereta di Niscemi vive un uccello colorato, il gruccione (foto), un migratore che in passato ha rischiato l’estinzione a causa del bracconaggio.
Nel bosco nidificano anche piccoli silvidi, il picchio rosso maggiore, l’upupa ed anche poiane, gheppi.
Tra gli altri anomali citiamo il gatto selvatico e la volpe che vivono cacciando ghiri e topi quercini. Ma non sono rari gli istrici ed altri piccoli mammiferi.