Montagna dei Cavalli (Hyppana)
L’antica città di Hyppana, la “montagna dei cavalli”, sembra proprio essere stata in questo sito, sul monte San Lorenzo a 1007 metri di altitudine.
Siamo in ottima posizione strategica, con due fiumi a valle, ai tempi navigabili, che consentivano di arrivare sia al Mediterraneo settentrionale (fiume San Leonardo) dove erano Solunto e Himera tra le altre, che in quello meridionale (fiume Sosio) dove erano Eraclea, Agrigento e Selinunte. Gli scavi archeologici hanno comunque portato alla luce i quasi invisibili resti dell’antica città.
C’era perfino un teatro in questa potente cittadina che pare prosperasse fino al III secolo a.C..
La necropoli si trovava nel lato occidentale dal quale, tra l’altro, si accedeva alla città (inaccessibile ad oriente, naturalmente difesa da vertiginose pareti).
La ricerca archeologica ha interessato fino ad ora solo le fortificazioni e l’acropoli.
Più in particolare per quanto riguarda le fortificazioni sono state individuate due cinte murarie, una inferiore (sud-ovest), lungo il perimetro esterno della città, l’altra superiore (sud), costruita a coronamento del pianoro dell’acropoli.
All’angolo opposto, nord-est, nord-orientale dell’acropoli sono stati messi interamente in luce i resti di una torre posta a controllo del versante settentrionale del monte e a difesa di una piccola via di accesso (postierla) all’acropoli.
Sull’Acropoli, inoltre, sono stati individuati e messi in luce alcuni edifici; di questi l’edificio B, a probabile destinazione sacra, si trova immediatamente a ridosso della cinta muraria superiore quasi sulla cima del monte, mentre gli altri edifici riportati alla luce si trovano quasi al centro della vasta spianata dell’acropoli. Tra questi è di particolare importanza un edificio a pianta circolare.
Splendidi, tra i più eccelsi, i ritrovamenti di Hyppana: molte monete antiche, tipiche del periodo ellenistico, di Siracusa, di Agrigento, persino della Campania; ceramiche ellenistiche a vernice nera e una placchetta in argento dorato, lavorato a sbalzo, raffigurante una divinità bifronte, probabilmente appartenente ad un pugnale rituale.
Vari musei, tra cui quello dell’attigua Prizzi, ne conservano i reperti.