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Pantalica e la Valle dell'Anapo

Pantalica e la Valle dell'Anapo

Pantalica e la Valle dell'Anapo

Pantalica e la Valle dell’Anapo
Pantalica e la Valle dell’Anapo
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aquila-del-bonelli
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pantalica-mammasicily (9)
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pantalica-mammasicily (1)Patrimonio UnescoPantalica è una meraviglia tutta siciliana, un capolavoro archeo-naturalistico. Si tratta di un vastissimo canyon (“cava” in siciliano) di quasi 4.000 ettari e dalle caratteristiche uniche: in cima testimonianze archeologiche che vanno dalla preistoria all’epoca bizantina; sulle ripidissime pareti calcaree circa 5000 tombe a grotticella scavate nella roccia;alla base un fiume che scorre dentro una lussureggiante vegetazione mediterranea.

Pantalica è veramente un posto da lasciare senza fiato, in buona parte ancora da esplorare. E’ il regno del silenzio, di rapaci che sorvolano le profonde e misteriose gole, del più eccellente esempio al mondo di architettura funeraria rupestre. Come se non bastasse è presente anche un edificio megalitico (Anaktoron) di ignote origini.

 

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Una linea ferroviaria (foto), oggi interamente interrata, si può percorrere a piedi in un crescendo di emozioni: attraversando ex gallerie, con la dolce melodia dello scorrere dell’acqua del fiume sempre al vostro fianco, e con le altissime pareti del canyon a dominare il cielo.  Immaginate quanto doveva essere bello passare col treno da queste parti !

 

 

 

La riserva comprende la valle del fiume Anapo uno dei più lunghi corsi d’acqua della Sicilia ed il principale fiume dei monti Iblei, che nel tempo ha eroso la roccia calcarea sopra cui scorre, dando luogo ai caratteristici canyon che circondano il sito archeologico di Pantalica.

Sono presenti anche due grotte carsiche, la grotta dei Pipistrelli e la grotta Trovato.
Ma Pantalica è innanzitutto la valle del fiume Anapo, limpido e fresco. Ecco perchè nelle sue acque riesce a vivere ancora la trota fario, dal dorso costellato di punti bianchi, rossi e neri, ma anche la rara trota siciliana, presente in altre pochissime stazioni in Sicilia e che qui si può nutrire di gamberetti di fiume.
Le acque del torrente sono anche abitate dal granchio di fiume e dal discoglosso dipinto, una rana abbastanza pregiata.
aquila-del-bonelliUn vasto elenco di fauna potrebbe corredare la scheda di questa riserva. Vogliamo citare solamente il raro colubro di Riccioli, un serpente noto nelle campagne dell’isola, le testuggini terrestri, l’aquila del Bonelli (foto), l’upupa, gatti selvatici e martore.
Fare, in piena estate, il bagno nelle sue freschissime acque mentre magari a monte ci sono quasi 40 gradi, è un’esperienza bellissima.
Tutto quanto detto tra platani ed oleandri.
A Pantalica si accede, indifferentemente, o da Ferla o da Sortino.

 

 

 

 

Accesso da Ferla: da questo paesino una bellissima strada si intrufola dentro la parte alta del canyon. Dopo circa 6 chilometri essa arriva al villaggio bizantino di San Micidiario, caratterizzato dalla presenza di diverse abitazioni e oratori scavati nella roccia (qua tutto è stato scavato e non costruito). Poco oltre sono i ruderi dell’Anaktoron, il palazzo del principe. Dopo altri 3 chilometri circa (9 in totale da Ferla) e dopo aver superato un altro villaggio bizantino (Cavetta) la strada finisce, nella parte alta del monte. Una scalinata in pietra porta, tra panorami mozzafiato, grotte qua e la e la poderosa necropoli scavata nella roccia, al sottostante fiume.
Accesso da Sortino: dopo circa 10 chilometri da Sortino si giunge al versante opposto rispetto a Ferla (in pratica i due accessi sono separati proprio dall’enorme vallata del sottostante fiume). Anche in questo caso inizia la discesa verso il fondovalle, tra diverse splendide grotte (tra tutte quella enorme, dei Pipistrelli) e con la spettacolare necropoli, addossata alle precipiti pareti, frontalmente.
Pantalica, per farla breve, è indimenticabile.

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