Qua, tra l’altro, siamo a due passi da Morgantina da dove proviene la stupenda Venere di Morgantina (probabilmente Demetra, appunto).
Il posto dove avvenne questo rapimento si trova a nord-ovest del lago di Pergusa, su cozzo Matrice (855 metri s.l.m.).
Vi si sale agevolmente e durante l’ascesa è questo famigerato antro a guidarvi verso la cima (per l’esattezza ci sono due grotte in cima: quella leggendaria è la prima che incontrate arrivando, ovvero quella di nord-ovest; avendo frontalmente questo anfratto, alla sua destra poco oltre, ve ne è un altro).
Cozzo Matrice è un posto bellissimo, che in un colpo solo inquadra perfettamente la Sicilia dell’entroterra, premiandola per quella che è: la perfezione bucolica.
Pecore e pecorai pascolano ai suoi bordi; dalla sua cima si può volteggiare a braccia aperte e vedere la vallata estendersi a perdifiato tra campi di grano, orizzonti di collinette, un cielo limpido come l’azzurro di un colore a spirito; una vegetazione selvaggia e agricola contemporaneamente.
Si respira l’aria del mistero e della potenza della natura. Il sottostante lago di Pergusa è un occhio d’acqua che colora perfettamente questo dipinto di Dio.
E le rovine di un antico insediamento completano l’opera.
Tutto attorno tracce di un lontanissimo passato: un ambiente rituale scavato nella pietra, ruderi di una officina della età del Rame, buche nella roccia per l’inserzione dei pali delle capanne e tracce di alcuni focolai.
Nella parte sud-ovest del cozzo si vedono diverse grotte rupestri, probabili insediamenti preistorici ed una bella necropoli.
Proprio in cima si osservano i ruderi di quello che forse era il santuario più importante.
Chissà quanta venerazione vi era da questa parti per la dea delle dee siciliane: Demetra.